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Da molto tempo nei blog si scrive e si straparla di Luciano Salce, grande regista ed attore come di un voltagabbana, di un «camaleonte», di una persona che da giovane avrebbe militato nel fascismo fin oltre l'8 settembre 1943, con un sostanziale impegno nella Repubblica Sociale Italiana. In questo contesto si è elaborata molti anni fa una «narrazione» di Salce militante e attivista fascista repubblichino che nasce dalla sua vulcanica attività di giovane critico letterario, cinematografico e teatrale nei giornali del regime, gli unici nei quali era consentito scrivere. La ricerca di Maori smentisce questo falso storico sulla base di una lunga ricerca archivistica e bibliografica che dimostra che Salce ha passato tutto il periodo della RSI nei campi di internamento germanici. Una selezione pubblicata di articoli e brevi saggi di critica letteraria, cinematografica e teatrale dal 1941 al 1943 presentano l'impegno intellettuale giovanile di uno dei protagonisti dello spettacolo italiano del secondo dopoguerra.